Category Archives: Secondo anno

Le strade di Santiago-Photostory

 

Le Strade di Santiago

Parlo nella struttura narrativa sulle strade di Santiago, Chile, nel corso del mio viaggo.

Il audio dall’intervista con Alda Merini

 

Un’intervista con Alda Merini

(click the above link for audio)

Nell’intervista, io sono Alda Merini, una poetessa italiana.

L’importanza del titolo: de Chirico ed i giocattoli

Una foto di de Chirico mentre lui dipinge...

Nel centro della composizione, c’è un muro cemento. Il muro è grigio, e solo un tono di questo colore. de Chirico non dipinge la complessità della luce nel uso del colore. Non comunica come la luce, a quest’ora del giorno, interagisce con il muro fisico. Lui solo dipinge un tono di grigio. In questo modo, dà l’impressione del mondo metafisico in cui le legge di fisico non si applicano. In più, il muro è inclinato rispetto alla terra. L’ombra che è gattata a causa della interazione della luce e muro anche ha solo un tono. Ancora una volta, c’è un esempio del modo in cui de Chirico crea un mondo metafisico.

Non ci sono le persone nella composizione. Questo muro inclinato e anche la mancanza di persone danno un’impressione del luogo deserto. I muri non sono construiti a un’inclinazione. Per essere in questo stato di rovina, il tempo deve passare. Comunque, pare che questo muro divide la composizione—in parte a causa del cambiamento nei colori dei giocattoli e anche a causa della sua posizione centrale.

Verso sinistra, ci sono i giocattoli che hanno colori. A un esame più accurato, questi oggetti che sembrano essere giocattoli semplicemente sono forme geometriche. Perché il titolo della composizione ha la parola giocattoli, si vede queste forme come giocattoli. Con un’associazione semplice, De Chirico fa una domanda sulla influenza di parole su immagini. Che caratteristiche sono richieste per provocare la parola giocattolo?

Un’intervista con Alfredo Binda

Alfredo Binda: Un ciclista molto bravo
Un’intervista da Filomena Bradford
(Click here for audio)

Ci siamo incontrati per la cena. Ha mangiato sano- un’insalata e alcune verdure- mentre io divorai le tagliatelle con il sugo arachidi. Ho chiesto se i suoi pasti erano di solito così piccoli. Si mise a ridere e, con un sorriso, ha risposto che aveva già mangiato.

L’intervista durò pochi minuti, a causa di una situazione un po’ comica. Caro Alfredo Binda aveva dimenticato il blocco per la sua bici! Invece di fare il contatto visivo con me, lui ha trascorso la maggior parte dell’intervista teneva gli occhi aperti per i ladri di biciclette. Tuttavia, l’uomo era molto gentile.

FILOMENA BRADFORD. Sono qui oggi con Alfredo Binda, ciclista su strada e pistard. Buongiorno, Sig. Binda.

ALFREDO BINDA. Buongiorno

FILOMENA BRADFORD. Quando cominciava…cominciavi andare in bici?

ALFREDO BINDA. Cominciavo quando ero molto giovane…con i miei amici e fratellone durante uscite domenicali in Nizza, Francia, dove crescevo….Mia prima gara è stato anche in Francia, sponsorizzato e allenato da un uomo chiamato Morini. Ho vinto…ma sono squalificato per non aver risposto al secondo appella.

FILOMENA BRADFORD. In Francia? Non sei Italiano?

ALFREDO BINDA. Sì, sono Italiano. Ho nato in Cittiglia, Nord-est di Milano…e anche…ho ritornato a Italia quando ero 22, nel 1924…

FILOMENA BRADFORD. Sì, sì…

ALFREDO BINDA. Ho vinto il mio primo Giro di Lombardia quell’anno, e il primo Giro d’Italia l’anno…seguendo.

FILOMENA BRADFORD….che interessante…e…questi giri, che sono?

ALFREDO BINDA. Il Giro d’Italia è il equivalente della Tour de France. I giri sono gare di ciclismo su strada, di molti kilometri…molti giorni.

FILOMENA BRADFORD. Quanti gare hai vinto in totale?

ALFREDO BINDA. Le gare più importanti che ho vinto sono quattro Giri di Lombardia, due Milano-Sanremo, cinque Giri d’Italia, ed ero tre volte campione del mondo in bici su strada.

FILOMENA BRADFORD. Molto bravo! Hai qualche record?

ALFREDO BINDA. I cinque vinci del giro d’Italia è un record assoluto condiviso con Fausto Coppi ed Eddie Merckx, e mio record di 41 tappe al Giro è mantenuto fino al…2004.

FILOMENA BRADFORD. Sei un corridore anche in pista. Quale preferisci, strada o pista?

ALREDO BINDA. Amo la pista…anche andare in bici da scatto fisso alle strade della città fuori della pista…ma la strada sempre preferivo. Ho avuto tanto più successo su strada, semplicemente sembra più naturale. Anche amo scendere e percorrere giù le colline.

FILOMENA BRADFORD. Anche eri un commissario tecnico. Com’era?

ALFREDO BINDA. Sì, essendo un commissario…e era una parte molto importante della mia vita. Ho stato il commissario tecnico della squadra nazionale Italiano. Ho allenato ciclisti come Gastone Nencini, una volta campione d’Italia, Gino Bartali, due volte vincitore, e Fausto Coppi chi ha vinto due campionati mondiali su pista e uno su strada.

FILOMENA BRADFORD. Molte interessante! Grazie per…compartire (spagnolo per ‘dividere’) la tua vita. Grazie, Signore.

ALFREDO BINDA. Grazie.

 

Madame Butterfly: La bellezza

Madame Butterfly:
La bellezza del design

La produzione di Madame Butterfly a Houston Grand Opera dimostra la bellezza di un concetto teatrale quando realizzato e ottenuto. Ci sono elementi d’Oriente e d’Occidente, della stabilità e instabilità, e anche del maschile e del femminile. Le dicotomie presenti nella storia di Madame Butterfly consentono per la tensione e l’evoluzione del intreccio. Questi elementi entrambi esistono e interagiscono nella creazione dei costumi, il palcoscenico, e le luci per riflettere la trama dell’opera di Giacomo Puccini.

Si ricorda la casa di Cio-Cio San nel atto secondo e terzo atto. Con solo uno schermo giapponese per raffigurare e comunicare il luogo della’ azione al pubblico, la casa di Cio-Cio San è semplice e temporanea. In confronto al cammino che allunga dal fondo dal palcoscenico allo proscenio, questo schermo è instabile. Come la rappresentazione della donna che vive là e la sua situazione nella sua società, lo schermo è la vittima del cammino e gli stranieri in cui lo usano. Cio-Cio San aspetta per Pinkerton, suo marito. Lei stupidamente chiede, “Fanno il nido i pettirossi americani allo stesso tempo come i pettirossi giapponese?” nella canzone C’è. Entrate.  Quando lei vede la lettera da Pinkerton nella mano di Sharpless, Cio-Cio San inaspettatamente cambia la sua condotta. Non è più depressa, lei sembra felice ed eccitata. Lo schermo esprime la sua debolezza.

L’uso del colore per la coesione degli elementi gioca un ruolo determinante nella produzione.  Nel secondo e il terzo atto, l’indumento tradizionale giapponese che Cio-Cio San porta è la stessa sfumatura dell’argento come le strutture che incorniciano il palcoscenico. Questi sono gli unici elementi di questo colore in scena. Quindi, queste strutture, queste cornici di argento, incorniciano Cio-Cio San nella narrazione di Giacomo Puccini. Come una donna, lei è in balia degli uomini. Secondo me, questa scelta di coloredai scenografi e costumiste dà enfasi al ruolo delle donne, specialmente Cio-Cio San. Vorrei capire questa scelta come una scelta insiste sull’elemento della finzione di questa opera di Giacomo Puccini. Questa donna, impotente e una miserevole scusa per un personaggio femminile, esiste solo nella storia di Giacomo Puccini. Il suo personaggio è una riflessione stereotipata delle donne, particolarmente le donne giapponesi, cui gli uomini della società di Giacomo Puccini hanno creato. Forse gli scenografi e art costumiste dicono, con le scelte che Cio-Cio San e la sua devozione a Pinkerton, che lei ha una funzione dell’ego del maschio occidentale. Cio-Cio San è sola una fantasia maschile. Lei non dovrebbe rappresentare la donna. Se ho ragione o no, in questo modo art scenografi, costumiste e altri progettisti possono criticare un’opera mentre anche mantengono l’integrità del dramma.

Io credo nel potere del design. Come uno spettatrice del pubblico a Madame Butterfly, mi ho ricordato i miei motivi per fare questo lavoro nel teatro. Il progettista ha entrambi il controllo e la responsabilità di comunicare i temi della opera che lui o lei desidera. Mi chiedo perché Houston Grand Opera ha scelto quest’opera invece di Don Giovanni o Rigoletto. Sì, Madame Butterfly è la più eseguiti opera in Nord America. Penso che HGO abbia scelto quest’opera non a causa di questo fatto, ma al contrario perché le dicotomie e la tensione sono universali e pertinenti. La trama, i personaggi, e la musica sono, come molte delle opere di Puccini, stuzzicanti. Quando vedo Madame Butterfly, ho sempre più domande riguarda al sesso, il uso dei bambini, e altre cose come gli stereotipi. Secondo me, la bellezza di questa produzione abita negli elementi di design e la loro forza a generare i pensieri.

Dario Fo

Dario Fo
Un uomo satirico
[http://lang.rice.edu/calabretta/presentations/fall2010/201/Bradford.ram]

I. Introduzione
a. Oggi parlerò di Dario Fo- un artista moderno e controverso che lavora nel stilo di commedia dell’arte.
i. Questo stilo del teatro italiano usa la storia della realtà per la fabula della trama.

II. Dario Fo: La vita
a. Dario Fo fu nato nel 24 di marzo 1926.
i. Lui ha ottantaquattro anni.
b. Lui visse durante la seconda guerra mondiale, la scoperta della penicillina, la nascita della televisione, e molti altri eventi importanti nel ventesimo secolo.
i. Questi cambiamenti sociali e politici sono i suoi temi.

III. Varese: Il luogo di nascita
a. Varese è una provincia nel nord.
i. Imparò i rudimenti del mito narrativo in Varese da suo nonno, un commesso viaggiatore.
b. Lui parla del suo luogo di nascita nel suo libro Il paese dei Mezaràt: I miei primi sette anni (e qualcuno in più).
i. “Tutto dipende da dove sei nato, diceva un grande saggio. E, per quanto mi riguarda, forse il saggio ci ha proprio azzeccato. Tanto per cominciare, devo dire grazie a mia madre, che ha scelto di partorirmi a San Gaino, quasi a ridosso del Lago Maggiore. Strana metamorfosi di un nome: Giano bifronte, antico dio romano, che si transforma in un santo cristiano, per di più presunto protettore dei fabulatore-comicos.”
c. Nella citazione, possiamo sentire la voce narrativa—è molto forte. Anche, possiamo supporre che lui ha un’educazione classica e che lui è molto riflessivo. Da questa citazione da soli, possiamo immaginare i temi che lo interessano—la chiesa e il mito, la sua vita, il suo ruolo come un suddito, un cittadino.

IV. I ruoli di Dario Fo
a. Lui è uno scrittore, scenografo del teatro, drammaturgo, attore e regista italiano.
i. Lui dice nel libro Fabulazzo, “Gli autori negano che io sia un autore. Gli attori negano che io sia un attore. Gli autori dicono: tu sei un attore che fa l’autore. Gli attori dicono: tu sei un autore che fa l’attore. Nessuno mi vuole nella sua categoria. Mi tollerano solo gli scenografi.”
b. Studiò l’architettura e l’arte.

V. La politica
a. Dario Fo è, anche, molto politico con sua moglie.
i. La sua moglie è Franca Rame, un’attrice teatrale, drammaturga, e politica italiana.
b. Le due hanno scritto due opere su Berlusconi—Ubu rois, Ubu bas e L’ Anomalo Bicefalo).

VI. L’arte non è per bellezza
a. Si dice che, per Dario Fo, la vita è l’arte.
b. Ma lui non cerca l’estetica.
i. “In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta. Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprir un po’ le teste. Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non m’interessa.”

VII. Un uomo satirico
a. Lui scrive con finalità e con sarcasmo.
i. La Satira unifica quest’uomo pubblico nella mente del popolo.
b. All’interno della sua produzione, i personaggi sono presentati sempre in un’ottica rovesciata, opposta a quella comune.
i. “La risata, il divertimento liberatorio sta proprio nello scoprire che il contrario sta in piedi meglio del luogo comune, anzi è più vero o, almeno, più credibile.”

Bibliografia

“Biografia: Dario Fo.” Archivio Franca Rame Dario Fo. Web. 04 Dec. 2010. .

“Dario Fo Biography.” Dario Fo Biography. Web. 04 Dec. 2010. .

“Dario Fo – Biography.” Nobelprize.org. 1997. Web. 03 Dec. 2010. .

“Dario Fo: “Contro Travaglio Un’azione Bipartisan” | Il Blog Di Dario Fo – Teatro, Commedia, Satira, Politica.” Il Blog Di Dario Fo – Teatro, Commedia, Satira, Politica |. 2010. Web. 02 Dec. 2010. .

“Dario Fo Su Berlusconi (d’annata Ma Tragicamente Attuale).” YouTube – Broadcast Yourself. Web. 01 Dec. 2010. .

Redazione Virtuale. “Dario Fo – Biografia.” Letteratura, Lingua, Cultura Italiana E Dintorni – Italialibri – Scrittori E Libri Italiani. 02 Feb. 2004. Web. 05 Dec. 2010. .

Wikipedia. “Dario Fo.” Wikiquote. 2010. Web. 02 Dec. 2010.

I cento passi


L’immensità del tempo:

Il ruolo della letteratura

Il ruolo della letteratura nel film I cento passi (2000) sembra, a volte, un mezzo per inspirare e anche uno strumento per analizzare e rivelare la mafia Siciliana. Questo film conserva la natura sfaccettata e l’ambiguità della letteratura in cui gli estratti hanno non solo un significato, ma forniscono lenti multiple. Attraverso queste lenti, i temi della letteratura e i film completano e contrastano l’un l’altro. Questa complessità nel ruolo della letteratura è pure presente nella situazione storica di questa letteratura. Il regista, Marco Tullio Giordana, prende estratti dalla poesia antica e moderna.  Lui usa l’opera di Dante Alighieri, il padre della lingua italiana, e Pier Paolo Pasolini, un’artista del XX secolo. In questo modo, Giordana non mantiene un tempo specifico per queste allusioni, bensì lui guadagna dalla interazione dei tempi letterari. A causa della complessità della letteratura, io esploro solo un estratto della poesia nel film. Quest’opera è una poesia di Giacomo Leopardi intitolata “L’infinito” (1820). Per prima cosa, mi rivolgerò l’introduzione della poesia e poi il contenuto.

“L’infinito” è il primo esempio di letteratura nel film di Giordana, pronunciate dal protagonista, Peppino. Non è senza un’introduzione che illustra, come questo poema di Leopardi, un desiderio per il passato, una nostalgia che la nuova generazione non può capire. Mentre l’introduzione è in inglese, una cortesia per un membro italoamericano della famiglia, Peppino recita che “L’infinito” non è per quest’uomo in particolare, ma è un veicolo attraverso il quale l’uomo dovrebbe ricordare la loro lingua e la loro terra. Queste parole suggeriscono molte cose. Suggeriscono che gli adulti che hanno preparato l’introduzione credono in un linguaggio italiano, o siciliano, unificato e un terreno unito. Insieme, entrambi la mancanza delle parole specifiche che modificano “linguaggio” e “terreno,” e l’uso di “nostra,” insinuano una mentalità antica e assoluta. Questa prospettiva così assoluta, l’idea che una regione d’Italia può essere riassunto da una poesia in quindici versi, predice tensione con il cambiamento inevitabile. Questa tensione è già evidente nella rappresentazione daI Peppino. La poesia non sgorga dall’anima del ragazzo come le parole di Pier Paolo Pasolini o i suoi fratelli comunisti, ma dalle parole memorizzate che gli adulti formano con le labbra. Peppino recita questo poema senza animazione, con una voce monotona. Lui non può intendersi né un tempo che non ha sperimentato né questa’ introduzione che dedica la poesia di Leopardi al passato idealizzato. In questa scena, la coesistenza infelice delle generazioni diverse che il film accenta si presenta.

Attraverso la lente della poesia, dentro il contenuto, che informa queste mentalità diverse? Suggerisce il tempo come l’unica fonte di questa tensione generazionale? “L’infinito,” con parole ricche, implica che la natura, la geografia della terra, è anche una spiegazione per gli adulti di idee ristrette. Questo terreno, con “quest’ermo colle” e “questa siepe che da tanta parte/Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude,” impedisce la vista dell’orizzonte, di ciò che è fuori da sia la immediatezza fisica sia temporale. Nelle prime tre rigge, forse come la mafia siciliana da Cinisi chi sono incapace di vedere, la persona che parla non può considerare nient’alto che le sue colle care. Leopardi poi dice che, per superare un ambiente immediato, per provare a vedere oltre terre, una persona deve immaginare. Immaginare è mirare nei “sovraumani silenzi.” Pero, Leopardi non trova né oltre terre né l’orizzonte. Al contrario, trova “l’eterno/E le morte stagioni,” che lui compara a “la presente/E viva.” C’è una futilità nel suo tentavo di immaginare. Leopardi scopre solo l’immensità del tempo. In questa immensità, si annega.

I cento passi segue la vita di Peppino Impasto, un uomo che osa immaginare, sebbene lui viva solo cento passi dalla mafia. Il poema che lui recita all’inizio del film, in un tempo storico con nuove automobili, un aeroporto, e il cambiamento, dà enfasi alla complessità della letteratura che dice e anche a questo momento nella regione di Sicilia. Il poema predice la fine di Peppino, la sua morte, e introduce una domanda di grande importanza. Che è la dolcezza del naufragar in un mare dei pensieri? Per Peppino, non è nulla senza la sua voce e la sua comprensione dell’ignoranza molte persone giustificano nel nome del tempo.

Il mio lungo viaggio

Una selezione da cerchiamo.blogs.rice.edu

Un appunto– Ho scelto questo blog perché dimostra la mia capacità per leggere le opere narrativa in italiano e poi rispondere in un modo creativo. Io ho fatto alcune revisioni a Il mio lungo viaggio. Spero che complimenti le mie opere analitiche.

Il mio lungo viaggio

La notte quando ho lasciato la mia famiglia, lui sorrise. Mio padre sorrise, come la luna sorride ora a me, e mio cuore batteva con il pensamento di una nuova vita. La marea solletica le mie caviglie.

“Ma, il Nord è brillante,” mia mamma aveva detto. Mi ricordo le sue parole. “Il Nord è dove ci sarà essere.”

Pero io avevo imparato dell’America, e mio cuore non sarebbe accelerare come se avesse in precedenza alla promessa del Nord. Avevo sentito che le galline erano la dimensione di carriole, che c’era bastante cibo sul tavolo per fare il bis.

I miei genitori hanno viaggiato al Nord, ed io avevo aspettato per la barca.

Le mie borse erano troppo pesanti, ed ero felice a portare il peso dei miei anni. Con le speranze e le scarpe nuove, tutti migliorerebbe. Avevo dimenticato le parole del mio padre. La vita sarebbe più fertile, più eccitata. Lui non poteva fermarmi.

Ma, ora sono qui, l’acqua al mio mento, e posso sentire preciso l’inflessione delle parole grave. Lui aveva detto, “Desideri sbarcare nella terra di un nuovo mondo, nel suolo della opportunità. Ma, mia figlia, troverai solo acqua, solo acqua e la stessa notte.”

Leggera senza le mie borse, galleggiando nella distanza, io so che non ho niente senza un futuro. L’acqua al mio naso, parlo, “Padre sempre ha ragione,” e affoga sotto le stelle.