Category Archives: L’estate 2011

Immagini di Cefalù

La cattedrale di Cefalù – Il weekend con Rice

(Tra Palermo e Taormina)

il esterno: come stavo salendo le scale

 

il interno: un sepolcro, senza titolo

I primi segni

benvenuto, turisti! parliamo inglese qui.

una carta per corpi esteri

Le strade: “Siamo alla spiaggia”

la strada poetica

Conversazioni: Da un balcone ad altro

balconi bianchi

 

Il mare: Dove l’immensità?

una donna ed il mare: la gioventù relativa

Pensare: Kant direbbe che il mare può essere “sublime” in una foto? In una foto con una mortale? Senza il corpo della donna?

Pirandello-L’anima rimane

(pubblicato in La Voce Italiana da ICCC, The Voce of Italian-American Communities of Houston, Texas)

C’è un silenzio ad Agrigento, un silenzio che sembra a rendere tutto il resto irrilevante. Proviene dalla giustapposizione delle colonne greche e gli ulivi vecchi, dalla prossimità del paesaggio molto intenso alle strutture disintegrate, fatto da mano. Vediamo la prova non solo della nostra ingegnosità, ma anche la nostra impertinenza.
Come lo scrittore siciliano Luigi Pirandello scrivesse, “La realtà d’oggi è destinata a scoprircisi illusione domani.” Emana dal terreno, dalle colline che muovono con tempo ed avviluppano le abitazioni abbandonate da un’epoca quasi dimenticata. Puoi sentirla nelle pietre greche dei templi caduti, come se un fantasma bisbigliavano antichi racconti dei sogni degli uomini. Nulla è permanente. Il vento può cancellare la scrittura sul muro. La terra tremerà altra volta. Niente è sacro.
Sono stata in piede tra le rovine alla Valle dei Templi con un capello di paglia che avevo comprato quella mattina ed una quantità sufficiente della protezione solare per una famiglia piccola. Il caldo di un’estate siciliana sono appena arrivata. I pullman, riempiti fino all’orlo con i turisti, erano già giunti. Il suono delle guide, parlando inglese, italiano, tedesco e spagnolo, ha riempito il sito archeologico. Anche attraverso l’andirivieni dentro questo sito, le rovine hanno affascinato i miei sensi. Ho provato ad immaginare come il più famoso scrittore agrigentino, Pirandello, come un ragazzo, sarebbe stato influenzato da questo terreno. Luigi Pirandello nacque presso Agrigento, vicino ai templi greci, a Kaos. Diventò adulto tra le rovine greche, tra un paesaggio diverso. Una frana distruggesse la zolfara siciliana dove suo padre fu il proprietario. Dopo quest’incidente, lui fu responsabile per il sopporto financiale.
Secondo me, c’è un silenzo ad Agrigento, ma solo senza le parole di Pirandella. Nelle sue opere, diversamente da quelle dei greci dal comune d’Agrigento, c’è un suono senza tempo. Ci sono le storie raccontate da diverse prospettive. Lui non mostra solo una prospettiva come una verità. Ci sono personaggi buffi, veri, e permanenti. Attraverso la parola scritta e presentata, Pirandello creò ciò che sopravive le inondazioni e le frane, i terremoti e gli assedi. Pirandello parla. Nella letteratura, le rovine sono ricostruite. Dobbiamo ascoltare.

I pomodori di Puglia: L’inizio del mio studio

Ho cominciato a conoscere gli affari dei pomodori in Italia a causa di un articolo da Antonella Carusa, ma non ho capito la gravità della situazione grazie a lei. Carusa riferisce a Corriere del mezzogiorno dai campi di Capitanata, una regione della Puglia. Puglia è famosa per lo sfruttamento dei migranti mentre la stagione dell’oro rosso, però Carusa sembra più interessata nella sua dizione eloquente che nei diritti umani. Quest’oro, il pomodoro, alletta molti migranti con la promessa di soldi. Alletta lavoratori da Romania, da Polonia, da Bulgaria, ed anche dall’Africa sub sahariana (Carusa menziona i lavoratori dall’Africa sub sahariana, ma dice che i pomodori non li raccolgono più. Secondo altre fonti, comunque, queste informazioni non rappresentano la verità. Sì, c’era uno sciopero una settimana fa da alcuni lavoratori africani, ma quelli che erano in sciopero significano solo una minima parte dei lavoratori africani nella zona.). Carusa descrive “le maniche tagliate…i pantaloni arrotolati…i piedi delle ciabatte” di venticinque braccianti nei campi, ma lei si dimentica di menzionare le migliaia di lavoratori che soffrono e i modi in cui loro soffrono. Lei scrive che la paga è cinque euro a cassa o 2,5 euro all’ora. Per la maggior parte, secondo lei, i rumeni sono pagati a cottimo—cinque euro a cassa. Oggi giorno riescono a riempiere sette, a massimo otto casse. Una decina di euro che i migranti guadagnano deve essere pagata ai caporali. Il contratto provinciale dell’agricoltura richiede 5,92 euro un’ora e 38,49 per un giorno di 6,5 ore. Carusa non è investigativa nel suo articolo “Nei campi tornano i braccianti pugliesi/Raccolgono i pomodori con i rumeni.” La verità è che molti caporali non pagano mai i braccianti. Spesso per ottenere un lavoro nei campi, i braccianti sono comandati dai caporali a trovare alcune donne per i proprietari. Violentano le donne.

Prima di oggi, ero completamente ignorante di questo problema. Leggerò più di quest’articolo, che si potrbbe trovare qui http://espresso.repubblica.it/dettaglio/io-schiavo-in-puglia/1370307 .